Come si apre un’azienda agricola? Quali sono i requisiti indispensabili? Il primo passaggio burocratico è il riconoscimento (da parte della Regione) della qualifica di “Imprenditore agricolo professionale” (Iap), figura nata nel 2004. Questa attestazione si consegue dimostrando una serie di competenze e conoscenze professionali specifiche, dalla frequenza di corsi di formazione all’esercizio dell’attività da almeno un triennio.

Oltre agli adempimenti legali, però, per avviare un’impresa agricola bisogna anche attuare una serie di strategie per trasformare l’idea in un progetto di successo. Il business plan è lo strumento giusto per capire come avviare l’attività, come ridurre i rischi d’impresa e come pianificare tutti gli step.

Il piano di impresa, infatti, è un documento completo sotto tutti i punti di vista: illustra nel dettaglio l’idea da attuare e fornisce gli elementi per valutarne la fattibilità e le potenzialità. È utile sia per l’analisi iniziale che per il controllo in itinere del progetto, per vigilarne l’andamento e il raggiungimento degli obiettivi.

Consente di evitare effetti disastrosi derivanti da una cattiva gestione, da costi d’impresa mal calcolati o altri errori magari grossolani in cui è facile incorrere. Nulla deve essere lasciato al caso quando si mette su un’impresa, per questo il business plan deve includere tutti gli aspetti e le caratteristiche dell’attività, quelle positive, quelle negative, quelle su cui lavorare, quelle problematiche.

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Business plan: costi e gestione

Il business plan di un’azienda agricola non è utile solo all’imprenditore, ma anche a eventuali finanziatori, soci o investitori. Infatti, l’obiettivo iniziale più importante, nell’aprire un’azienda agricola è ridurre al minimo i costi d’impresa. Qualora il proprio capitale risultasse insufficiente a coprire il fabbisogno aziendale si potrebbe optare per un prestito. Assolutamente da tenere in considerazione sono anche le agevolazioni dell’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) che mette a disposizione aiuti e finanziamenti soprattutto per i giovani, per promuovere il ricambio generazionale.

Il business plan quindi in questo senso è indispensabile per capire, economicamente, la situazione di partenza e la sua evoluzione. In quest’ottica, uno degli elementi essenziali è l’analisi del mercato, per rendersi conto di che tipo di domanda c’è e in quale canale è meglio inserirsi per proporre la propria offerta. Un target di potenziali clienti ben individuato è un grande punto a favore. Avere un target significa avere chiari anche i propri competitors.

Conoscere il mercato consente anche di restringere il campo in merito a ciò su cui è meglio concentrarsi per la vendita e la distribuzione. Nello specifico dell’azienda agricola, il tipo di coltura: frutta da tavola, ortaggi, cereali, vini. E ancora, coltivazioni in campo aperto o in serra, coltura biologica o industriale, agriturismo o fattoria didattica.

Un’impresa agricola ha una serie di macchine essenziali che bisogna necessariamente includere tra i costi. A questi vanno aggiunti i costi di un deposito, di un ufficio, di un’eventuale serra e poi ovviamente poi ci sono le spese relative al personale, agli addetti del marketing e alla pubblicità. Una buona promozione sui giusti canali è una marcia in più da sfruttare.

Essenziale è la figura del fornitore, perché da lui dipenderà non solo la qualità del prodotto ma anche il suo prezzo.